
Radiologi, medicina difensiva espone a radiazioni superflue

Gandolfo (Sirm), 'concentrarsi su sicurezza e formazione'
La medicina difensiva può favorire accertamenti inappropriati e, nel caso di esami radiologici, causare l'esposizione a radiazioni superflue che possono essere dannose per la salute del paziente e dell'operatore, anche se i progressi dell'innovazione hanno permesso di ridurre fortemente le quantità di emissioni. E' la posizione espressa dalla Società italiana di radiologia medica e interventistica (Sirm) nel convegno organizzato a Roma in occasione della Giornata nazionale per la sicurezza delle cure e della persona assistita, che ricorre il 17 settembre. "La radiologia medica si è fortemente evoluta - spiega Nicoletta Gandolfo, presidente nazionale della Sirm e direttrice del Dipartimento immagini e coordinatrice della Breast Unit Asl3 di Genova -: non si tratta più di una semplice interpretazione delle immagini ma diventa radiologia clinica che interviene in tutti i percorsi dalla prevenzione, alla diagnosi, alla stadiazione, al follow-up. Proprio per questo diventa fondamentale concentrarsi sulla sicurezza attraverso il percorso di formazione degli operatori, la corretta informazione al paziente, la collaborazione con gli altri clinici e con le altre società scientifiche". "La nostra federazione - ha spiegato il presidente di Fidesmar (Federazione delle società scientifiche dell'area radiologica), Vittorio Miele - ha proprio nella sua mission il tema della sicurezza, che si declina con la corretta somministrazione di esami quando sono realmente indicati per evitare sprechi e procedure inutili". Un impegno, quello della sicurezza, condiviso anche da altre associazioni del settore, come Airo (Associazione italiana di radioterapia e oncologia clinica), Ainm (Associazione medici nucleari) e Ainr (Associazione di neuroradiologia).
P.M.Martin--SMC