Star Metro - Virus Dengue può causare depressione anche dopo 12 mesi

La febbre Dengue potrebbe causare depressione a breve e lungo termine: lo rivela l'analisi delle cartelle cliniche di 45.334 persone che hanno contratto il virus dengue a Taiwan. Lo studio è stato condotto da Hsin-I Shih della National Cheng Kung University e dei National Health Research Institutes di Taiwan e pubblicato sulla rivista PLOS Neglected Tropical Diseases. La febbre dengue si sviluppa dopo il pizzico di una zanzara portatrice del virus della dengue. La febbre dengue può essere lieve, ma può anche evolversi in una forma di gravità tale da mettere a rischio la vita, e alcune persone possono avere effetti a lungo termine sulla salute. Ricerche precedenti hanno scoperto collegamenti tra la febbre dengue attiva e disturbi psichiatrici, come depressione e ansia. Tuttavia, pochi studi hanno esaminato il rischio a lungo termine di tali disturbi. Gli esperti hanno analizzato le cartelle cliniche di 45.334 pazienti con dengue e, per confronto, di 226.670 pazienti che non hanno contratto il virus. Coprendo gli anni dal 2002 al 2015, i ricercatori hanno esaminato se i pazienti con dengue erano più propensi a sviluppare ansia, disturbi depressivi e disturbi del sonno in vari momenti dopo l'infezione. I ricercatori hanno scoperto che i pazienti con dengue avevano una maggiore probabilità di sviluppare un disturbo depressivo in tutti i periodi di tempo considerati, inclusi meno di tre mesi, da tre a 12 mesi e oltre 12 mesi dopo l'infezione. I disturbi del sonno erano elevati solo entro i tre ai 12 mesi dall'infezione, e non c'era un rischio elevato osservabile di ansia. Per i pazienti più gravi i ricercatori hanno trovato un rischio elevato di disturbi d'ansia entro i primi tre mesi dall'infezione, così come un rischio elevato di disturbi del sonno nei primi 12 mesi. Questo sottogruppo aveva anche un rischio elevato di depressione in tutti i periodi di tempo considerati. Questi risultati suggeriscono un potenziale collegamento tra la febbre dengue e il successivo sviluppo di disturbi depressivi. Tuttavia, sono necessarie ulteriori ricerche per determinare il meccanismo alla base di questa associazione.

K.Evans--SMC